Tra gli esperti e i divulgatori della cultura del benessere naturale serpeggia un dubbio insidioso… lo zenzero alza davvero la pressione?
Lo zenzero alza davvero la pressione?
Tutti vogliono avvantaggiarsi dei super poteri salutistici dello zenzero, ma chi soffre di ipertensione arteriosa sente di dovervi rinunciare. Ma siamo proprio sicuri che esista un rapporto di causa ed effetto fra consumo di zenzero e pressione arteriosa?
Ebbene, senza temere smentite, posso confermati che… sì, questo rapporto di causa ed effetto esiste ed è stato confermato in numerose ricerche scientifiche – riportate più in basso. Ma si tratta di un rapporto molto vantaggioso: Il consumo di zenzero determina una significativa riduzione della pressione arteriosa.
Non solo lo zenzero ha un rimarchevole effetto antinfiammatorio, antiossidante, antidolorifico, antinausea e sul controllo glicemico. Ma può anche aiutare a livellare i valori pressori elevati.
In una ricerca1 sono stati valutati sei diversi studi clinici per un totale di 345 partecipanti. I risultati hanno dimostrato che lo zenzero è capace diminuire la pressione arteriosa sistolica di 6.36 mmHg in media. Sulla pressione arteriosa diastolica la riduzione si è attestata in media sui 2.12 mmHg.
Naturalmente questo presidio naturale non possiede un’azione incisiva quanto un farmaco, ma con la sua attività dolce può comunque contribuire a prevenire l’utilizzo di farmaci antiipertensivi quando viene associato a un’alimentazione e stile di vita favorevoli alla salute.
Il punto importante qui è relativo alla risposta all’annoso quesito: lo zenzero aumenta la pressione? La risposta è: No, al contrario.
Zenzero e rischio cardiocircolatorio: un esperimento su 4.628 persone che risponde in modo conclusivo
Lo zenzero rappresenta un aiuto naturale efficace per contrastare la pressione arteriosa elevata. Ma non è tutto. In un altro studio2 in cui sono stati valutati ben 4628 partecipanti (1823 uomini e 2805 donne) fra i 18 e 77 anni è stata evidenziata una correlazione statisticamente significativa fra consumo di zenzero e riduzione del rischio cardiocircolatorio generale – all’interno del quale ricade anche l’ipertensione.
Quando si conduce un esperimento su una manciata di persone, qualche dubbio legittimo sulla solidità dei risultati resta. Ma quando sono coinvolte migliaia di persone seguendo norme scientifiche, aumenta drasticamente la plausibilità del risultato. Si può essere ragionevolmente certi che quel risultato sia vero.
Ma questo non è ancora sufficiente? Allora, siore e siori, ecco qua un’altra chicca dedicata a voi direttamente dal laboratorio scientifico più nerd che abbia trovato. Perché dico ciò?
Perché questi scienziati, appassionati delle infinite potenzialità del mondo naturale, si sono dilettati nell’indagine dei meccanismi biochimici coinvolti nell’azione ipotensiva dello zenzero.
Come esattamente lo zenzero agisce sulla pressione arteriosa? Svelato il suo meccanismo d’azione biochimico
Grazie ai risultati di specifici esperimenti, non solo sappiamo che lo zenzero abbassa la pressione, ma sappiamo anche come lo fa. Lo possiamo leggere direttamente nel titolo del loro articolo che così facendo annulla la suspence, ma fornisce subito una risposta chiara e soddisfacente per la nostra curiosità intellettuale:
“Ginger lowers blood pressure through blockade of voltage-dependent calcium channels” ovvero, lo zenzero abbassa la pressione sanguigna tramite il blocco dei canali al calcio voltaggio-dipendenti.
Lo ione calcio infatti è implicato direttamente nel meccanismo di contrazione muscolare. Sia il muscolo cardiaco, sia lo strato muscolare che riveste le arterie si rilassa in seguito all’assunzione di zenzero (effetto vasodilatatorio). Questo rilassamento porta all’abbassamento della pressione arteriosa.
Dunque non temere. Ormai non c’è spazio per dubbi di sorta: lo zenzero è un ingrediente fitofarmacologico particolarmente vantaggioso per chi desidera riequilibrare i propri valori pressori in modo naturale. Ma attenzione…
Meglio assumere zenzero fresco oppure in polvere? La risposta non è scontata
La forma d’assunzione conta. Mettere in infusione un paio di fettine di zenzero fresco nella tisana calda non ti fornisce un contributo sufficiente di principio attivo per determinare variazioni apprezzabili nei valori pressori.
Usare buone dosi di succo fresco appena spremuto dai rizomi è sicuramente una strada migliore della precedente per ottenere di più dallo zenzero. Ma la forma che concentra più principio attivo di tutte è la polvere.
Infatti le ricerche scientifiche che ho citato nell’articolo riferiscono di dosaggi medi di 2-5 grammi al giorno di polvere. Questa quantità equivale all’incirca a una punta di un cucchiaino da té fino a un cucchiaino intero. Un dosaggio comune per chi è abituato a usare la polvere di zenzero aggiunta all’acqua calda, té o tisane.
A presto, 😉
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Fonte e risorse
1. Hossein Hasani e coll. “Does ginger supplementation lower blood pressure? A systematic review and meta-analysis of clinical trials”
2. Yu Wang e coll. “Evaluation of daily ginger consumption for the prevention of chronic diseases in adults: A cross-sectional study”
3. Nabeel Ghayur e coll. “Ginger lowers blood pressure through blockade of voltage-dependent calcium channels Muhammad”